In termini di pratiche espressive, a livello del corpo e delle emozioni, a volte e necessario al ricercatore di immergersi completamente nelle energie con cui si sta lavorando (nello specifico parliamo qui di rabbia e tristezza). Così facendo, riesce ad esprimerle completamente e andare nelle profondità dove sono nascoste le fonti di queste energie. Anche l'osservazione e la disidentificazione possono portare a questo risultato, ma occorre un periodo di tempo più lungo.

Pertanto, per un'esecuzione più accurata di una serie di tecniche, il ricercatore deve padroneggiare l'arte dell'identificazione cosciente. Questo non è molto difficile per qualcuno che ha una buona padronanza della propria attenzione e solo a volte causa difficoltà a coloro che fanno costantemente sforzi significativi per disidentificarsi.

La procedura in sé è abbastanza semplice: durante la pratica dell'espressione, il cercatore smette di dividere la sua attenzione, rivolgendola completamente all'energia con cui sta lavorando in quel momento. Ad esempio, rabbia. Deve permettere che la sua attenzione venga consumata dalla rabbia e che la sua coscienza scompaia in essa. Cioè, trasformarsi in un canale in cui non c'è altro che l'energia della rabbia. Cioè, diventare rabbia. Quando tutta l'energia è espressa, il ricercatore può tornare con calma al suo solito stato di consapevolezza. Questo tipo di pratica può essere utilizzato per lavorare con l'energia sessuale, così come per dissolversi nella preghiera.

Esistono percorsi che utilizzano solo metodi di anonimizza zione. Ci sono molti modi che usano entrambi i modi: la testimonianza e l'identificazione cosciente quando necessario.

In ogni caso, l'alternanza di identificazione consapevole e disidentificazione allena la capacità di controllare l'attenzione, rafforzandola. Inoltre, con tale alternanza, si ha un approfondimento sia della consapevolezza che della perdita cosciente di sé durante le pratiche energetiche.