Viviamo nel mondo delle forme e noi stessi siamo una certa forma della vita. Non ha importanza se l’uomo nella sua forma di vita attuale sia il risultato di una evoluzione “casuale” passata attraverso varie specie animali o se sia il risultato di un processo di creazione intenzionale, l’uno in fondo, non esclude l'altro. Se consideriamo l'incarnazione dell’uomo in questo mondo come "la caduta dell'uomo” (nella teologia cristiana) che ci separa dal Creatore, allora la morte è la liberazione dal corpo che ci consente di essere ricondotti allo stato desiderato di unione con Dio. Dio in questo caso però sembra spietato, facendoci sperimentare la sofferenza in questo mondo. E qui, senza comprendere il significato della Creazione, non capiremo mai l'intenzione del Creatore, così come il motivo per cui tutto in questo mondo è disposto in questo modo e non altrimenti. Le religioni danno una serie di spiegazioni su questo tema, ma l'unica risposta che può pretendere di essere verità assoluta è questa: il Creatore non può esistere senza la Creazione, come un maestro non è un maestro se non insegna a nessuno. Anche se una persona sa molto e può insegnare, ma non lo fa, è un insegnante nel potenziale, ma non nella realtà. Così Dio diventa Dio solo nell'atto della Creazione. Inizia così la generazione delle forme da cui sorgono i mondi.

Il processo di creazione è costante e non è mai completato e le forze grazie alle quali è regolato e sostenuto sono in equilibrio dinamico e in eterno gioco l'una con l'altra. Il mondo si riempie sempre o di oscurità o di luce e il progresso in un'area della vita umana è sempre accompagnato da una regressione in un'altra. Né la vita né la Creazione possono essere statiche, devono sempre cambiare, e se i cambiamenti si manifestano sotto forma di un declino della morale, di un raccolto insufficiente di grano o di una malattia improvvisa, la maggior parte delle persone li percepisce come qualcosa di brutto e altamente indesiderabile. Ma il fatto sta che la morte accompagna sempre la vita, e il male sempre accompagna il bene, e tra le polarità di cui è riempito il mondo, sorge una dinamica, senza la quale la Creazione non può continuare.

Lo stato di identificazione con le cose esterne e le reazioni interne, in cui vive la maggior parte delle persone, è uno stato simile al sonno. Quando una persona è catturata dalla rabbia, allora esiste davvero solo la rabbia e la persona diventa una specie di suo conduttore. Un forte desiderio priva una persona della possibilità di una scelta, chiedendo la sua rapida realizzazione o la sofferenza per il fatto che non è realizzabile. La mente con le sue associazioni e idee crea una forte illusione che la persona è separata dal tutto, l'illusione di avere un "io" separato e indipendente, capace di agire da solo e non sotto l'influenza di tutti i tipi di impulsi esterni e interni. L'attributo Divino, dato a tutti gli esseri viventi sotto forma di Coscienza individuale, si perde nel flusso delle reazioni psico-emotive e, per così dire, in esse “si dissolve”. Allo stesso tempo, è proprio la Coscienza che dà alle energie emotive e ad altre energie quella forza, grazie alla quale è possibile che esse assorbano l'intero essere umano. L'identificazione della Coscienza con le energie dà origine a uno stato simile al sonno, dove la paura, ad esempio, può diventare il “tutto” nel momento in cui la persona la prova e non c'è altro in quel momento per quella persona se non la paura stessa. Un cambiamento negli stati interni rende il sonno umano più vario, ma la sua essenza non cambia per questo.

La debole manifestazione della Coscienza in una persona, la sua costante fusione con l’oggetti esterni e le energie interne forniscono alla persona uno stato di "dormi veglia". Questo “sonno metafisico” è necessario affinché le persone grazie a questo stato siano partecipanti attivi della Creazione - soffrendo, gioendo, combattendo e compiendo prodezze a causa di cose in realtà non importanti. L'immersione in uno stato poco-cosciente è necessaria affinché le cose non importanti sembrino estremamente importanti per le persone. Abbastanza importanti per giustificare anche la morte. La morte in questo caso diventa l'apoteosi del servizio e occupa un posto onorevole tra gli altri valori del “sonno” umano, perché le persone che hanno sacrificato la propria vita per il trionfo di qualche idea vengono considerati eroi o martiri.

Se c'è un sonno, allora ci deve essere un risveglio - o almeno la sua possibilità. Il polo dell'estrema incoscienza deve corrispondere al polo dell’altissima consapevolezza e tra di esse c’è il movimento della società umana. Tra questi due poli si trova anche il Sentiero dei Sufi, così come tutti gli altri Sentieri spirituali. Dall'identificazione con il mondo delle forme alla percezione dell'informe, dal limitato all'infinito.