Ci sono persone che vogliono, che ciò che desiderano accada da sé, senza alcun sforzo da parte loro. Diciamo, un ragazzo è innamorato di una ragazza, ma ha paura di mostrare i suoi sentimenti e le gira intorno nella speranza che lei stessa lo noti e lo apprezzi. Oppure, capita che una persona non preghi Dio, perché crede che il Signore conosca già tutti i suoi bisogni, e quindi non c'è bisogno di disturbare l'Onnipotente con i propri piccoli problemi. Stanno bene coloro che non vogliono nulla - non hanno nulla di cui soffrire. Ma per coloro che non vogliono agire, ma sono nella sottile aspettativa di essere notati e di ricevere ciò che vogliono, la sofferenza è assicurata. La ragazza sceglie colui che la corteggia e il Signore rivolge la sua attenzione a coloro che lo invocano. Se sei uno di queste persone, puoi autocommiserarti e pensare che il mondo sia ingiusto, ma hai fatto una scelta che, in quasi per il 100% dei casi, finisce così.

Ci sono persone, che vengono per studiare presso la nostra scuola e credono, che soltanto per il fatto di essere arrivate lì sono già pronte per studiare. Quindi, semplicemente arrivando, hanno espresso il loro bisogno di studiare - e poi, come si suol dire, tocca all'insegnante. Siamo pronti per imparare, quindi vai, insegna... Questo approccio funziona solo nel sistema di apprendimento intellettuale, e anche allora non sempre. L'insegnante espone le conoscenze sul programma e il tuo compito è scrivere e memorizzare. Cioè, l'insegnante dà e tu assimili. Nell'insegnamento spirituale, questo principio funziona solo all'inizio e per un tempo molto limitato. Il problema è che l'insegnamento spirituale consiste nell'interazione diretta tra l’insegnante e lo studente e avviene non solo a livello verbale, ma anche energetico. Inoltre, nella formazione spirituale, lo studente deve crescere; certo, c'è sempre spazio di tempo per fare con calma, ma è comunque limitato. Se lo studente non avanza, significa che non investe abbastanza nel lavorare su sé stesso, oppure non è ancora pronto e non può studiare adesso.

La prontezza ad ascoltare e memorizzare, che di per sé è essenziale per l'apprendimento a livello della mente, si rivela del tutto insufficiente quando si parla di imparare sul Sentiero. Qui è importante avere non solo la disponibilità a riempire la mente, ma anche il bisogno di cambiare sé stessi. Una cosa è raccogliere conoscenze, un'altra è andare verso l'interno, superando le resistenze dei condizionamenti e delle reazioni psico-emotive meccanicistiche. E per poter fare questo è necessario un alto bisogno, di elevarsi al di sopra di sé stessi e arrivare all'Altissimo. Non è bene, quando la disponibilità di una persona ad entrare nella scuola, non corrisponde al livello del suo reale bisogno. Nelle persone moderne, la cui mente è sempre surriscaldata e tutto accade in essa, il divario tra la prontezza immaginaria e reale può essere molto grande. La prontezza immaginaria - viene dalla mente, è il frutto del desiderio superficiale, che spesso causato dalla lettura di un libro o da un post su social network. La vera prontezza ha radici più profonde, ad esempio nell'insoddisfazione per la propria vita, per il proprio stato interiore. Confronta due stati: uno in cui vorresti imparare qualcosa di nuovo e utile per te stesso, per il tuo sviluppo; e un altro - in cui non puoi più vivere come vivevi prima. Quando vuoi cambiare con tutto il tuo essere. Quando un mondo, in cui non hai l'esperienza della Presenza Divina, non solo non ti accontenta, ma semplicemente non ti serve. Questa è la differenza tra il desiderio di migliorarsi e il bisogno dell'Altissimo. Il percorso non è necessario per il primo (cioè a colui che vuole migliorarsi) ma è vitale per il secondo (per chi desidera nella propria vita la presenza divina), perché al di fuori di esso la loro ricerca può non portare al nulla.

Ho visto molte persone, che facevano il “percorso” da sole, scegliendo intuitivamente le pratiche, ottenendo esperienze trascendentali e inventando i propri modi di interagire con il mondo e Dio. Molto spesso anche riescono a sviluppare la loro percezione e subiscono persino una serie di trasformazioni spirituali. Tuttavia, hanno sempre zone "cieche" nel loro spazio interiore e la loro comprensione di ciò che sta accadendo a loro è distorta o incompleta. Non esiste un sistema nella loro ricerca, che solo il Sentiero può dare. Su qualcosa hanno lavorato, ma altre cose sono rimaste intatte, e quindi c'è sempre distorsione nello sviluppo. Rimangono bloccati in fasi, che con il giusto atteggiamento e lavoro potrebbero essere superate velocemente. Raccogliendo informazioni da una varietà di fonti, i solitari hanno molte idee contrastanti, e non sempre sono in grado di distinguere la verità dalle "bugie spirituali", che sono state molte in tutti tempi, ma ora come mai ce ne sono tantissime. E molto spesso i ricercatori solitari sembrano cacciatori di tesori, che scavano il terreno con piena dedizione li, dove non c'è nessun tesoro.

Ogni vero Sentiero è un sistema di conoscenza e di pratiche. La conoscenza fornisce la comprensione di ciò che sta accadendo, indica possibili obiettivi, fornisce una mappa del Sentiero. La pratica è il mezzo principale per percorrerlo. Naturalmente è molto difficile, o quasi impossibile, percorrere il Sentiero attraverso i libri. Per fare questo, hai bisogno di una guida: un Maestro vivente, la Volontà di Dio o un mentore-Uwaysi (è una forma di trasmissione spirituale della conoscenza tra due individui senza la necessità di un'interazione fisica tra di loro in questo mondo), come ad esempio Khidr di sufi (ossia un servitore di Dio dotato di grande saggezza o conoscenza mistica, un messaggero, profeta, che insegna la conoscenza segreta e aiuta a chi ha bisogno). Ci sono cose che non possono essere scritte nei libri, e nessun libro può tenere conto della tua situazione e condizione attuale. Inoltre, è molto difficile vedere le proprie idee, attaccamenti e illusioni, sebbene ciò diventi possibile con un buon livello di consapevolezza. La pratica della consapevolezza può essere eseguita da soli, senza alcun aiuto dall'esterno e senza guida, se ne cogliete il principio principale e lo fate correttamente. Ma sotto la guida, anche l'acquisizione di abilità di consapevolezza è in qualche modo più veloce. Va detto, che il significato di qualsiasi guida sul Sentiero in generale - sia che si tratti di lavorare con il Maestro o di seguire la Volontà - deve raggiungere due obiettivi. Uno di questi è accelerare il più possibile l'avanzamento lungo il Sentiero, riducendo il tempo necessario per passare attraverso le sue varie fasi. Il sentiero dura una vita, è un dato di fatto, ma una cosa è dimorare in Dio, e un'altra è essere nella terza nafs ispirata, gioendo all'infinito di aver finalmente trovato il vero Sentiero. Sei d'accordo sul fatto, che la differenza è enorme?

Il secondo obiettivo del Maestro è dare allo studente l’opportunità di arrivare all'Altissimo. Osho una volta disse: "Io sono la porta!", il che significa che il Maestro può diventare la porta dell'esperienza del Divino e della trasformazione. Lo studente è un'opportunità per il Maestro, e il Maestro è un'opportunità per lo studente, e spesso l'unica possibilità. Entrambi si realizzano a determinate condizioni, una delle quali è la corretta interazione tra lo studente e il Maestro. Immagina una persona i cui bisogni non hanno nulla a che fare con te. Questa è la situazione del Maestro. E se prendi la posizione di attesa (la posizione di un ragazzo che aspetta che la ragazza inizia da sola a corteggiare lui), allora crei una situazione in cui un lavoro efficace diventa impossibile. Solo il tuo bisogno crea opportunità di interazione, più forte il desiderio che provi, più è facile per il Maestro lavorare con te, perché è allora che diventi veramente pronto. Naturalmente non parlo qui di bisogni di ordine inferiore, come ad esempio il bisogno di attenzione o di correzione della psiche. Sto parlando del bisogno di Dio, della Verità e della trasformazione spirituale. Se ce l'hai, quindi procedendo da esso, il Maestro può iniziare a lavorare con te. In qualsiasi altra situazione, un'interazione efficace semplicemente non sarà possibile. Un proverbio sufi dice che "Allah non ha mani se non le tue". Cosi, il Maestro non ha altro bisogno che il tuo. Fin che sei timido, ti consideri indegno, ti chiudi in sé stesso e hai paura, le sue opzioni sono limitate e il Maestro è costretto ad aspettare il momento giusto, quando finalmente mostri il tuo bisogno. Se il tuo bisogno è basso, il lavoro sarà lo stesso. Poi, se non riuscirai a coltivare e accrescere il tuo bisogno, allora il lavoro si fermerà del tutto e la tua formazione sarà finita. Quando non c’è energia o richiesta – non c’è nessuna azione.

Nell'interazione con Dio, ci sono esattamente le stesse regole. La risposta arriva al tuo bisogno, e nient'altro. «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto», dice Gesù, e parla del bisogno dell'uomo, al quale il Signore risponde sempre. Parla del più alto bisogno umano. Se hai solo i bisogni di un ordine inferiore e terreno, allora il Sentiero non è ancora per te. Devi soddisfarli e trovare più equilibrio interiore. Questo vale per la falsa modestia, la paura di mettersi in mostra, il giudizio su sé stessi che pervade tutte le tue azioni e molti altri tratti di un complesso di inferiorità. Allora hai bisogno di pratiche che ti aiutino a liberartene, o almeno a ridurlo a limiti accettabili. Se il tuo ego è tale, che non ti piace la parola Maestro, allora non ne hai bisogno.

Se senti il ​​bisogno di Dio, della conoscenza della sua Verità e dell'unità con Lui, allora non esitare a manifestarlo - nella preghiera, nella ricerca della Via e nel volgerti al Maestro. Allora il tuo bisogno ti condurrà al Sentiero e, in definitiva, a Dio. Più precisamente, Egli stesso vi porterà a Sé, riempiendovi della sua grazia e del suo amore. Il tuo più alto bisogno è la chiave delle porte segrete dell'Essere, ricordalo e non perdere l'occasione, che come sai, non esisterà per sempre.