Il vuoto come concetto dello stato di cose nel mondo è molto diffuso tra i buddisti e li aiuta, osservando la transitorietà di tutte le cose, a non attaccarsi ad esse e raggiungere la completa non identificazione. Dal punto di vista dei buddisti, solo ciò che ha un io costante, un'essenza costante, può essere considerato esistente e non dipendente da nulla e quindi, assoluto ed eterno. Se tutte le cose nel mondo sono interconnesse, interdipendenti e creano ragioni per l'esistenza l'una dell'altra - sono transitorie, mutevoli e quindi, illusorie ed essenzialmente vuote (questo è il punto di vista dei buddisti).

Il dialettico Lao Tzu considerava il vuoto più concreto - come un potenziale che crea un'opportunità per riempirlo arbitrariamente con vari oggetti. Il modo in cui possiamo usare la stanza, dipenderà direttamente da quanto spazio vuoto c'è, - ha sottolineato Lao Tzu.

Penso, che la sensazione di vuoto, la mancanza di qualcosa di importante, vitale, qualcosa senza il quale l'esistenza perde il suo significato, sia familiare a ogni persona. Come la sensazione di separazione di una persona rispetto al mondo (io e il resto del mondo), a un certo punto diventa completamente ed inconsciamente il centro dell'essere di una persona, la persona resta imprigionata dentro questa trappola del ego da cui lui comunque cerca sempre inconsciamente di liberarsi. Come si può riempire un vuoto soggettivo? Riempendo di “oggetti”. 

A volte cercano di riempire il vuoto soggettivo con cose oggettive. Ad esempio, il cibo. Ci sono persone che mangiano troppo solo per provare una sensazione di trabocco, espandendosi e con questa impressione compensano la mancanza di contenuto in sé stesse. La stessa categoria include situazioni in cui l'assenza (vuoto) interiore è nascosta sotto abiti costosi e alla moda, secondo il principio: se la custodia è buona e bella, deve esserci qualcosa e all’interno è forse anche migliore della custodia. Decorarsi con i gioielli e riempire un conto in banca è quasi sempre un altro tipo di compensazione psicologica.

Un'altra forma di affrontare il vuoto è saltare a testa in giù da un ponte con le gambe legate a una corda. Un tentativo di sentirsi almeno un po' vivi creando artificialmente una situazione estrema. Avendo compiuto una tale impresa l'estrema, persona dichiara a sé stesso: eccomi qui! Dato che sono capace di questo, suppongo di avere qualcosa in me!

Qualche volta possiamo vincere il vuoto interiore dedicandosi a qualche tipo di lotta, qualunque cosa sia. Dedicandoti alla lotta per i diritti umani, ne sei sopraffatto e ti senti vivo, utile e necessario per l'umanità. E la lotta per la natura, ad esempio, ti permette inoltre di essere regolarmente riempito di giusta rabbia, diretta verso coloro che osano sparpagliare rifiuti nei posti sbagliati.

A volte riempiamo il vuoto con le persone, a tutti piace una buona compagnia e buone relazioni. Poiché i nostri cari sono i più vicini a noi, a loro tocca “subire” il massimo. Puoi riempire la tua vita prendendoti cura dei tuoi genitori, puoi dedicarti completamente a organizzare la felicità dei tuoi figli, oppure puoi diventare un fan di qualche buona squadra di calcio e vivere i suoi successi e fallimenti. Puoi essere affascinato dalla vita delle star della TV, che viene accuratamente provata prima di essere presentata alla nostra recensione, e chiamare tutto questo la tua vita ...

È impossibile convivere costantemente con illusioni e bugie. Prima o poi, la realtà ci colpisce in modo che, anche se solo per un momento, incontriamo la nostra vera situazione e sentiamo un vuoto infinito dentro... Questo vuoto non può essere riempito di parole, sogni, impressioni o attività, perché questo vuoto è di un’altra natura.

Questo tipo di vuoto è il non plus ultra del vuoto, una realtà opposta che richiede nascita, autorealizzazione. Questo è il vuoto del grembo materno, in attesa del concepimento... Finché non facciamo uno sforzo per realizzare il nostro vero Sé, la nostra anima, questa assenza non sarà colmata. Fino a quando non diventeremo consapevoli di tutto, anche della più piccola delle nostre manifestazioni, questo non accadrà ...

 

Un'individualità realizzata, e non una personalità artificiale, il vero io, e non l'ego, ci riempie e porta una sensazione di soddisfazione con tutto - noi stessi, la vita ... E solo attraverso la realizzazione del nostro io arriva la realizzazione della realtà di Dio e la nostra connessione costante con Lui.