La preghiera non è un esercizio. La preghiera non può essere un dovere. La preghiera è un bisogno, una chiamata dal profondo del cuore, è una risposta alla consapevolezza della grandezza dell'Esistenza.
La preghiera nasce all'improvviso, spontaneamente, scorre come un forte ruscello di montagna o una bella canzone. Le parole vengono da sole, incorniciano l'energia che sgorga dal profondo della nostra anima; a volte non ci sono parole, e rimangono solo lacrime, lacrime di soggezione.
Attraverso la preghiera cerchiamo e troviamo una connessione con il Creatore. Aprendo il nostro cuore, diventiamo disponibili, permettiamo al suo amore di entrare in noi.
La preghiera ci insegna la fiducia, attraverso di essa purifichiamo i nostri cuori dalla rabbia e dalla paura, attraverso di essa placca la nostra tristezza e arriva la beatitudine e l'estasi.
Quando pregando ci inginocchiamo e ci prostriamo, ci si apre la possibilità di arrendersi alla sua Volontà. Quando non troviamo le parole per esprimere tutta la nostra gioia e gratitudine, conosciamo la differenza tra cuore e la mente, questa differenza sta nel fatto che la mente non può pregare, nella migliore delle ipotesi la mente può “recitare”
La mente può dispiacersi per sé stessa e lamentarsi, la mente può gemere e implorare, è pronta a umiliarsi per essere compatita e per avere attenzione; se ciò non accade, generà una reazione di rabbia
Ecco perché molti cosiddetti credenti tendono a bestemmiare in ogni occasione.
La mente è piena di desideri. Essendo sotto il potere del quello più forte al momento presente, è pronto a chiedere, promettere qualsiasi cosa in cambio (contrattare), prendere voti (pagare per realizzazione del suo capriccio, di nuovo contrattare), implorare e umiliarsi. La cosa divertente è che non è sempre possibile distinguere esteriormente una persona la cui preghiera è il canto del cuore e quella che prega per i suoi desideri.
L'ego non può pregare, perché la preghiera si trasforma in contrattazione o auto-umiliazione con lode esagerata della misericordia e delle super qualità di Dio.
Certo, c'è anche l'ego dei grandi leader religiosi che si sentono superiori a quelli che li circondano, perché pregano più spesso e più forte degli altri, e quando si prostrano, tutti vedono subito la loro devozione e obbedienza alla sua Volontà.
La preghiera non è un esercizio, ma uno stato di preghiera può essere raggiunto attraverso la pratica della ripetizione di varie preghiere canoniche. Questa pratica in realtà - è un esercizio, che con il giusto atteggiamento può diventare il bene più grande.
Se il cercatore ripete la preghiera sinceramente, dirigendo tutti i suoi sentimenti, tutto il suo essere a Dio, allora gradualmente sviluppa l'abilità di rivolgersi completamente all'Onnipotente.
La ripetizione della preghiera con tutta la dedizione e l'aspirazione possibili è come sfregare due pezzi di legno l'uno contro l'altro: più è intenso lo sfregamento, più calore viene rilasciato e alla fine sorge il fuoco. L'esecuzione della preghiera offre al ricercatore l'esperienza di concentrazione e unione di tutto il suo essere, tutti i suoi strati, per raggiungere l'unità con Lui.
La preghiera purifica il cuore dalle passioni e lo nutre, soddisfacendo quel bisogno inesprimibile di calore, pace dell’animo, saturazione dell'essere, di cui tutti abbiamo bisogno.
La preghiera ci collega con l'ineffabile, con la Fonte dell'Essere e ci rivela le profondità del nostro cuore, dove si conosce il mistero della vita e della morte.
Colui che è sincero e persistente raggiungerà. Prima o poi verrà il momento in cui la preghiera come esercizio non avrà più senso per lui. Tutta la sua vita, ogni respiro diventerà una preghiera piena di gratitudine e grazia; questa preghiera sarà spontanea e senza causa, misteriosa e gioiosa, come un canto che solleva lo Spirito umano al di sopra del cielo.