Qual è il limite della conoscenza umana? Per quanto riguarda la conoscenza di sé, questa domanda ha una risposta molto precisa: possiamo conoscere noi stessi nell'ambito dei tre corpi inferiori, sebbene questa conoscenza non possa essere chiamata conoscenza completa. Per esperienza, puoi conoscere i tuoi limiti fisici, ad esempio quanti metri puoi saltare in lunghezza o quanti pancake puoi mangiare in una volta sola; puoi anche scoprire le caratteristiche fisiologiche del tuo corpo e conoscere il bagaglio di malattie che hai ereditato. Inoltre, grazie agli scienziati, puoi scoprire la struttura completa del tuo corpo, le caratteristiche del suo funzionamento e altri dettagli; tuttavia, questa conoscenza non sarà tua: sarà presa in prestito da fonti esterne e non sarai in grado di sentirla come la tua esperienza. Inoltre, il nostro corpo è progettato in modo tale che noi stessi possiamo conoscerlo solo parzialmente - nelle sensazioni e talvolta a livello di visione spirituale - ma tutti i piccoli dettagli del suo funzionamento ci sono nascosti in modo sicuro, in modo che non possiamo intervenire e rovinare tutto. In questo senso, il nostro corpo vive e lavora tranquillamente e iniziamo a provare dolore solo quando lo sovraccarichiamo con attività eccessiva o energie represse. Il funzionamento del corpo ci è nascosto e possiamo solo avvertirne i disturbi sotto forma di malattie o disfunzionalità. Allo stesso tempo, quasi non ne sentiamo lo sviluppo dei nostri corpi e vediamo solo il risultato finale, che spesso non possiamo correggere o modificare.
Se una persona non ha un alto livello di consapevolezza, che fornisce un alto livello di percezione, allora è generalmente impossibile per lei comprendere il proprio corpo, può solo dare per scontate tutte le sue reazioni e non può conoscerne le cause e le particolarità. Senza tenere conto del fatto, che il corpo fisico è strettamente connesso con il corpo eterico e il corpo della mente, e che molto spesso ne riflette le loro reazioni, quindi alla luce di questo non sarà mai possibile comprenderne tutte le suoi manifestazioni. Puoi esplorare le reazioni elettrochimiche del cervello quanto vuoi, ma se non conosci l'esistenza del corpo mentale o neghi la sua esistenza, non capirai mai come pensa una persona e perché prende determinate decisioni. In questo caso, il limite della conoscenza del corpo, sarà il corpo stesso. Per questo, la conoscenza del corpo fisico, senza comprensione di tutte le sue interconnessioni, che non sono determinate solo da questo mondo, è praticamente impossibile. Più precisamente, la conoscenza del corpo dal punto di vista del mondo materiale in cui vive, sarà sempre incompleta, e alcune manifestazioni della sua vita e morte, saranno inspiegabili.
Lo stesso vale per la conoscenza del corpo eterico e del corpo mentale. Dal punto di vista dei materialisti, non esistono affatto, ma esiste una certa sfera psico-emotiva della vita umana, in cui sono rappresentate le sue reazioni associate alla sopravvivenza, alla soddisfazione e al divertimento. Sono state create molte teorie per spiegare perché una persona è così com'è, ma tutte interpretano stati e azioni individuali, senza fornire un quadro completo e soddisfacente, che non porterebbe contraddizioni e variazioni. E conoscere i propri corpi dall'interno, grazie anche alla consapevolezza e alla visione, come ho detto, è completamente impossibile. Puoi vedere tutte le idee assorbite dalla mente, puoi conoscere le leggi delle sue reazioni, scoprire la velocità del pensiero e altre caratteristiche individuali della sua struttura, puoi imparare a usarlo con la massima efficienza, ma non puoi conoscere il segreto della sua esistenza. Questo è il limite della nostra conoscenza: non appena arriviamo alla Fonte, alla causa della Creazione, diventiamo impotenti e tutti i nostri modi di conoscere cessano di servirci.
Puoi, ad esempio, sentire che il tuo corpo non è gravemente malato al momento. La conoscenza intuitiva è tale da non dare mai un'immagine esatta ma si limita sempre solo ad un "sì" o "no", e comunque questo "sì" o "no" sono sempre molto precisi. La conoscenza intuitiva del mondo serve a scopi pratici, sostituisce gli impulsi della Volontà di Dio per quelle persone che non possono percepirla direttamente e indica in quale direzione andranno gli eventi a seconda di come loro prendano decisioni. L'intuizione, per così dire, protegge il suo proprietario e allo stesso tempo lo spinge a prendere una scelta coerente con la Volontà, e, seguendo l'intuizione, una persona, infatti, segue la Volontà del Signore, rivelata riguardo a sé stessa. La conoscenza intuitiva è sempre correlata alla scelta di come agire e quindi non può essere in contrasto all'attuale Linea di Disegno della Creazione, che a sua volta, è direttamente connessa con la Volontà del Creatore. E, a proposito, la conoscenza della Volontà di Dio, rivelata in relazione a te, è una conoscenza parziale di Lui Stesso – la Sua verità e realtà. E anche la conoscenza dei propri limiti, in ciò che puoi fare per Lui.
In altre parole, senza capire interconnessioni energetiche e altri è impossibile conoscere anche se stessi. Inoltre, più avanziamo in questa conoscenza - interiore, naturalmente - meno troviamo noi stessi e più scopriamo Dio. Ma non possiamo conoscere nemmeno Lui, perché colui che cerca di conoscerlo è perduto perché rimane solo il suo puro essere, la sua pura essenza, che è al di fuori della mente e delle sue definizioni. La scomparsa in Dio rappresenta un ostacolo per sua conoscenza proprio perché tanto più mi avvicino a conoscere Dio e tanto più mi avvicino alla scomparsa in Lui, e questo è il vero limite di ciò che possiamo esprimere a parole, ma tutto ciò è comunque possibile sperimentarlo, L'esperienza di scomparire in Dio o di essere in Lui può continuare all'infinito, ma non è possibile dire niente al riguardo, perché colui che è scomparso in Dio è come se non ci fosse più ,non esiste più l ‘interlocutore con cui parlare–esiste nel corpo ma non è più interessato a parlare della sua condizione. E anche semplicemente descrivere lo scomparire in Dio, senza distorsioni è impossibile.
Qualsiasi conoscenza ha poco valore se non ha almeno qualche applicazione pratica. Anche la conoscenza puramente teorica rimane nella nostra memoria proprio perché sulla sua base ci sono conclusioni e idee completamente pratiche, che applicano questa conoscenza in forma semplificata alla vita di tutti i giorni. In questo senso, la conoscenza di Dio è stata sempre pratica e anche finalizzata a comprendere il senso del Creato e a regolare le interazioni tra l'uomo e Dio. La conoscenza di Dio può avere due fonti: la rivelazione, quando il Signore stesso (o tramite intermediari) si rivela all'uomo, e l'esperienza mistica dell'interazione con Lui. I testi sacri in molte religioni si basano su rivelazioni di vario genere, e attraverso le rivelazioni arriva l'essenza del dogma e della moralità. L'esperienza mistica è di solito una porta aggiuntiva, una porta per coloro che vogliono qualcosa in più che semplicemente seguire i comandamenti e le pratiche rituali.
La credibilità e reputazione delle rivelazioni ora è notevolmente danneggiate da numerosi “messaggeri” che ricevono i messaggi da ogni sorta di angeli, alieni superiori e persino da Dio stesso. E come dovrebbe essere, queste rivelazioni contengono avvertimenti, istruzioni ed esortazioni, ma tutto ciò sembra così monotono e secondario, che diventa quasi impossibile attribuire alcun serio significato ai frutti del channeling (canalizazione) (La canalizzazione consiste nel tentativo di stabilire un contatto con un'entità o uno spirito da cui l'individuo, detto anche channeler, risulterebbe pervaso, adombrato o semplicemente ispirato, potendo così trasmettere ad altri i suoi presunti messaggi o insegnamenti). Direi che nella nostra epoca di sovrabbondanza di informazioni, le rivelazioni hanno cessato di avere il loro significato sacro; anzi, ce n ‘è una così grande abbondanza che sommate tutte assieme perdono di credibilità.
Ciò che rimane è quindi qualcosa che può essere verificato sulla base dell'esperienza, perché, gira e rigira, per quanto bene puoi seguire l insegnamento del tuo Dio,chiunque esso sia in questa vita, seguendo i Suoi comandamenti, potrai solo dopo il Giudizio Universale o comunque dopo la morte e non prima verificare quanto quello che hai seguito possa essere stato efficace, in termini molto più semplici possiamo dire che in generale occorre attendere la morte per verificare la veridicità di ciò che abbiamo seguito e la bontà del nostro operato nel seguire “gli insegnamenti”. I mistici invece seguono la via del contatto diretto, la via dell'interazione con Dio qui e ora, per la quale gli altri semplicemente non hanno il coraggio o il desiderio.
Mentre riflettevo sui contenuti di questo capitolo, mi è sembrato che dovesse fornire una breve descrizione di come funziona il nostro livello di Essere. Il nostro mondo e tutto ciò che è connesso con esso - e in particolare Dio - era di grande interesse per me all'inizio della stesura di questo testo. Ma ora capisco, che la questione della struttura del nostro mondo, dovrebbe essere considerata in un capitolo a parte, e forse in un libro a parte. Tuttavia, ritengo necessario raccontare quali sono i limiti della nostra conoscenza di Dio.
Ci sono diversi livelli di percezione, attraverso i quali Egli si rivela a noi. Dio non può essere trovato nel mondo fisico, ne ho già scritto, ma le persone si aggrappano ancora al debole argomento dei materialisti, secondo cui se Dio non si trova in cielo, allora non esiste affatto. Trovare Dio nell'universo fisico è impossibile lo stesso modo, quanto impossibile trovare la mente nel cervello. Puoi trovare alcuni processi, che sono i risultati dell'interazione tra il corpo della mente e corpo fisico, ma nel cervello stesso non puoi mai trovare le ragioni per cui esiste la mente. È lo stesso con Dio: è impossibile trovarlo nel mondo fisico, perché esiste in un'altra dimensione dell'Esistenza.
Inoltre, anche lavorare con la consapevolezza non implica la scoperta di Dio. Ogni persona ha una Coscienza individuale e può manifestarla nel suo essere in misura maggiore o minore. Ma la Coscienza - e la sua luce eterna - sebbene siano la prova dell'esistenza di qualcosa di più grande dell'uomo, non possono servire come prova diretta dell'esistenza di Dio. Inoltre, poche persone possono raggiungere il pieno limite dell'autocoscienza. La Coscienza è uno degli attributi di Dio, ma ridurre la pienezza delle manifestazioni del Creatore alla sola Coscienza, come talvolta fanno alcuni “maestri”, sarebbe una semplificazione inaccettabile. Sì, il Signore dota tutte le Sue creazioni di Coscienza, ma questo non significa che Dio sia limitato nelle Sue manifestazioni da questa stessa Coscienza. La Coscienza mantiene la vita in ogni essere vivente, ma non la crea in alcun modo. La Coscienza è la luce che risplende anche senza contatto con il corpo; è l'eternità che entra nel mondo mortale, ma comunque non è Dio. Dare alla Coscienza il valore più alto - cosa che accade in alcuni sistemi spirituali - rimuove Dio da essi, come è successo, ad esempio, nel buddismo. Si può elevare la Coscienza e la consapevolezza come il più alto livello di realizzazione umana, ma il livello di Dio è molto più alto.
E poi sarà questione di fortuna: o il Signore si rivelerà a coloro che seguono il Sentiero della consapevolezza, oppure no, non ci sono garanzie, per come la vedo io. E tutto, come al solito, è regolato dalla necessità che il cercatore realizza nel suo lavoro, sia che stia cercando una sorta di illuminazione, pace o armonia interiore. Di solito non si cerca Dio attraverso le pratiche di consapevolezza, ma nel sufismo e in altri insegnamenti mistici sono parte integrante del processo di preparazione del ricercatore.
Le persone, in generale, portano nella loro mente idee su Dio, raccolte da sacre tradizioni e scritture. Pochi hanno un'esperienza con Dio; di norma, le persone hanno un'esperienza indiretta, che indica che c'è una forza irrazionale nel nostro mondo che influenza le loro vite. E ciò che è caratteristico è che non puoi fare l'esperienza diretta di Dio, perché nel contatto diretto con Lui sparisci, e basta. Non c'è nessuno che può fare esperienza diretta di Dio; piuttosto, Dio ti sta sperimentando in un momento di interazione. Pertanto, finché una persona rimane nel corpo, non importa quanto grande possa essere un mistico, la sua esperienza di Dio sarà sempre indiretta, qualunque cosa gli sembri. Si può parlare di diversi livelli di esperienza del samadhi, compresi i suoi stadi più alti, ma non si può pensare che questi stadi includano un'esperienza diretta di Dio,
Le possibilità della percezione umana sono limitate. Dove inizia l'interazione con Dio e l'esperienza della sua realtà, una persona perde sé stessa. Si può, ovviamente, dire che in questo momento una persona va oltre sé stessa e diventa un superuomo o uomo-dio, ma non è così. L'uomo scompare e Dio appare, ma anche questa manifestazione è limitata dalle leggi dell'essere in cui esistiamo. Il mondo rimane qualcosa che non dovrebbe essere distrutto, il che significa che la manifestazione di Dio in esso - in tutta la sua potenza - è semplicemente impossibile. Così come la sua manifestazione nell'uomo. L'apparizione di attributi individuali di Dio, corrispondenti alle leggi del mondo, è del tutto possibile, ma niente di più.
Il limite della conoscenza di Dio nel nostro mondo è limitato dalle leggi del mondo e dal livello di interazione con Dio che il mistico ha raggiunto. Questo è un Sentiero individuale, è, si potrebbe dire, un evento intimo, e quindi non c'è da stupirsi che la descrizione di Dio e della Sua realtà sia così diversa. Alla percezione della Verità più alta, c’erano pochissimi grandi mistici che arrivarono, e molto spesso è assolutamente impossibile comprendere le loro descrizioni senza distorcerle completamente. Le vette dell'inesprimibile, che si aprono ai grandi mistici, sono inaccessibili alla comprensione di chi non ha tale esperienza, ma i loro testi svolgono funzioni ispiratrici, perché in essi si manifesta il respiro dell'aldilà. L'ispirazione aiuta molto sia nella ricerca, che nel muoversi lungo il Sentiero, quindi questi testi hanno un certo beneficio, ma portano anche molti danni. A causa del fatto, che è impossibile capirli correttamente, nascono interpretazioni e idee, con le quali le menti delle persone sono intasate e che, di conseguenza, producono nuove delusioni e illusioni. E non si può fare nulla al riguardo: o rimani in silenzio o parli, sapendo per certo, che le tue parole aiuteranno ad alcuni, ma molti altri fraintendano e applicheranno in modo errato. E così il nostro mondo, e così siamo noi.
Il livello di esperienza, che ci dà la conoscenza della realtà di Dio, può essere diverso. Indirettamente, possiamo conoscere la presenza del Potere Superiore attraverso singoli miracoli, intuizioni e rivelazioni personali. Ad esempio Dio toglie qualcuno dai guai, non permettendogli di salire a bordo di un volo aereo, che si schianterà. O il Signore rivela a qualcuno ciò che deve essere fatto qui e ora. Tutto può succedere, ma queste non sono le esperienze dei mistici, ma la vita ordinaria delle persone, dove certamente c’è qualche relazione con il Potere Superiore, ma però si manifesta raramente, solo per necessità. La necessità è uno dei fattori più importanti per l'esistenza della Creazione e della nostra vita.
Ci sono diversi livelli di Dio disponibili alla percezione dei mistici. La prima è la Presenza Divina, che si manifesta direttamente nel nostro mondo e che permette a chiunque ne abbia bisogno di interagire con il proprio Dio. La necessità è la chiave per una comunicazione efficace e per consentire al Potere Superiore di manifestarsi. La preghiera e il dhikr lavorano con la Presenza, che dà una risposta, a volte quasi immediata, in risposta al nostro bisogno di cambiare la nostra situazione. La Presenza Divina è l'agente di Dio nel nostro mondo, e attraverso di essa la maggior parte dei contatti con Dio si realizzano a livello ordinario, e anche sul Sentiero mistico.
Il secondo livello di percezione, è Dio creatore, come Fonte dell'esistenza per ciascuno di noi e per il mondo intero in generale. Si percepisce attraverso il Cuore aperto, ed è da questo livello dell'Essere di Dio che ci viene la Volontà, tutte le rivelazioni dei profeti e gli insegnamenti religiosi. A questo livello c'è il Dio, a quale pregano i credenti di tutte le religioni, senza eccezioni. Siccome è Lui il Creatore del nostro mondo, allora il limite della conoscenza di Lui è il limite della conoscenza della Sua Volontà, cioè dell'azione, perché l'atto della creazione è una unica azione infinita. Attraverso la conoscenza della Volontà di Dio, comprendiamo indirettamente la Sua Verità e molto altro ancora, che riguarda i misteri della Creazione.
Il terzo livello di percezione di Dio lo percepiamo attraverso il settimo centro - rivela l'Infinito, che non si identifica in alcun modo, e sul quale non c'è niente in particolare da dire. Da questo livello arriva la Grazia, che porta alla trasformazione spirituale di una persona, ed è una benedizione per ogni mistico. È impossibile dire, se questo Infinito è il più alto livello di ciò, che percepiamo come Creatore, e non importa indagare su questo. Qui il limite della nostra conoscenza si manifesta molto chiaramente, e qui dobbiamo fermarci per non cadere in una deliberata menzogna.
La questione di Dio è molto complessa, e il problema non è nemmeno che la maggior parte delle persone debba semplicemente credere nella Sua esistenza, non avendo quasi alcuna esperienza di interazione con Lui. La percezione di Dio è molto individuale e ognuno di noi può avere solo la propria unica esperienza di interazione con Lui. Dalla differenza nei livelli della nostra percezione di Dio, nascono tutte le differenze tra le religioni e gli insegnamenti spirituali. Ma ciò che è ovvio per i mistici, sembra completamente diverso per tutti gli altri, e il Signore vuole che sia così. Possiamo solo accettare questo stato delle cose e chi già vede, può aiutare coloro che vogliono vedere e anche trasferire La Conoscenza a chi ne ha bisogno, e per i quali la Verità é il bisogno più urgente.