Ci sono cose semplici e ci sono cose complesse. Il nostro Universo e il mondo fisico, ad esempio, sono piuttosto complicati e ogni nuova scoperta degli scienziati conferma questo fatto ancora una volta. E al contrario, tutto ciò che si sa di Dio è abbastanza semplice: Egli è onnisciente, onnipotente, fondamentalmente inconoscibile, il Creatore di tutto ciò che esiste e donatore del Suo Amore a tutto ciò che esiste. Certo, si dice molto di più su Dio, e ci sono veri e grandi trattati sulla sua natura e proprietà, ma la loro essenza si riduce a cose semplici, perché la parte non è data per conoscere l’intero, così come la creazione non può conoscere il Creatore. Inoltre, avendo un legame con il Signore, l'uomo può conoscere sé stesso solo fino a un certo limite, oltre il quale si perde il senso della conoscenza, poiché si perde colui che desidera conoscere, e rimane solo il puro essere, la pura esperienza di quello che è, quasi inesprimibile a parole.

Il paradosso di questa situazione sta nel fatto, che Dio non si può conoscere per definizione, ma si può conoscere la Sua Verità. Inoltre, ciò che può essere conosciuto dalla mente è una piccola parte della Verità che può essere scoperta dall'uomo; la maggior parte di tale verità viene o come esperienza del mistico, o come conoscenza pura,inizialmente vera. Le esperienze trascendentali, che portano una persona al di là della sua percezione abituale e gli danno qualche nuova esperienza, possono essere sia utili che dannose dal punto di vista del Lavoro. Allo stesso tempo, raramente aiutano nel senso di acquisire con sicurezza la Verità, poiché l'interpretazione di ciò che è stato sperimentato raramente è univoca. I benefici delle esperienze trascendentali sono evidenti: danno a una persona l'esperienza dell'Aldilà, l'esperienza del soprannaturale. Anche il possibile danno è ovvio: se una persona si affeziona alle sue esperienze, inizierà a costruire alcune teorie attorno ad esse, tale comportamento lo porterà inevitabilmente lontano sia dalla Verità, che dalla Via. Il cercatore deve ignorare qualsiasi miracolo, se vuole arrivare alla più alta esperienza possibile - l'esperienza di dissolversi in Dio.

La verità può essere ricevuta attraverso l'impulso della Conoscenza, come una sorta di rivelazione e conoscenza diretta e accurata in una certa materia. Allo stesso tempo, come nel caso della Grazia di Dio, una persona deve essere pronta a riceverla, o ancora meglio, deve cercare lei stessa le occasioni per riceverla. Il bisogno di miracoli e trascendenza, un forte desiderio di confermare il progresso sul Sentiero porta ad una esperienza “sensoriale”; e solo l'urgente bisogno di Verità porta alla Verità, e nient'altro. Ma volere la Verità, si può solo quando c'è bisogno di capire tutto ciò che accade, e capire non attraverso le idee, ma attraverso Dio ossia attraverso una conoscenza inviata direttamente da Dio. La verità è data all'uomo affinché possa conoscere almeno un po' l'intenzione del Creatore e il meccanismo della Creazione.

Solo il Signore possiede la pienezza della Verità, e nessun altro. Ma i mistici possono conoscere l'intera Verità su una o alcune questioni dell'Esistenza - questo è del tutto possibile. Se una persona ha ricevuto un impulso di Conoscenza, che porta la Verità, l’apertura del suo significato può richiedere del tempo, e quindi la comprensione arriverà un po' più tardi, ma sarà sicuramente più profonda, dell'intuizione che arriva immediatamente, al momento del ricevimento di un tale impulso.

Oltre alla Verità ricevuta dall'alto, i mistici che hanno passato una profonda trasformazione spirituale, acquisiscono la capacità di percepire direttamente la Verità, semplicemente rivolgendo la luce della loro Coscienza all'essenza di una particolare questione. Possiamo dire, che hanno la capacità di percepire la Verità, e quindi sono in grado di identificarla ed esprimerla quando necessario. Pertanto, possono arrivare alla vera essenza del problema semplicemente contemplandolo. È chiaro che la loro conoscenza comunque non è completa, e che si riferisce sempre in misura maggiore all'essenza spirituale delle cose, che agli aspetti materiali. Inutile chiedere a un santo come riuscire avere il successo materiale, perché il suo sguardo è rivolto ad altri ambiti. I santi hanno una verità e i mercanti ne hanno un'altra. Conoscenza della Verità e onniscienza - non sono affatto la stessa cosa.

Il mondo è pieno di molte cose e oggetti e la sua esistenza è soggetta a molte leggi. Il cercatore deve iniziare la ricerca da una situazione complessa e confusa. Da un lato ha molti desideri insoddisfatti ed emozioni represse, dall'altro la sua mente è piena di pregiudizi ed è soggetta a idee, che a volte non concordano con la realtà. Per cambiare questa situazione, una persona deve compiere sforzi considerevoli e agire in vari modi, perché per lavorare con i desideri è necessario avere un metodo, ma per liberarsi dalle paure, serve un certo tipo di metodo completamente diverso. Non c'è semplicità all'inizio del Sentiero, perché l'inizio del Sentiero si trova nel mondo, che di per sé non è semplice. Molte cose devono essere fatte all'inizio - sia all'esterno, che all'interno - per acquisire una sorta di consapevolezza e affinare la percezione. E più il cercatore avanza lungo il Sentiero, più è sorpreso di apprendere che l'interazione tra Dio e l'uomo è molto semplice.

È impossibile non notare il fatto che le persone stesse hanno fatto di tutto per complicare il mondo in cui vivono. Qualche migliaio di anni fa, il mondo delle persone era molto più semplice e, ovviamente, non portavano tanti problemi come adesso. L'interazione con Dio non poteva essere difficile, perché le persone non vivevano completamente nella mente e non avevano così tante informazioni inutili e false idee. I bisogni fondamentali di una persona non sono cambiati da allora, ma ora ce ne sono, per così dire, di più, perché ora anche i bisogni della mente, per la costante autosoddisfazione, sono considerati vitali. In passato, le persone dovevano sopravvivere e i loro bisogni erano chiari e semplici. Era anche semplice interagire con Dio, che, come adesso, rispondeva sempre alle preghiere più l'essenziali.

Sono propenso a credere, che tutte le forme di interazione con Dio che hanno avuto luogo in passato, abbiano funzionato. Che gli sciamani comunicassero davvero con gli spiriti e gli dei dell'Olimpo rispondessero alle preghiere dei credenti. Credo che il Signore - come un grande Potere che non ha forma - interagisse con le persone in varie forme, e per le persone che vivevano in quei giorni, i loro dei erano la realtà più reale. Ogni forma di interazione formava una religione, quale serviva un egregor corrispondente, ma per il resto tutto era uguale a come adesso. Le persone davano un'energia, ricevendone un'altra in cambio, e solo con la crescita della conoscenza e dei cambiamenti nella situazione esterna dell'esistenza delle persone, nasceva la necessità di cambiare le forme di interazione. Ho già scritto che il monoteismo dal punto di vista del lavoro mistico crea le maggiori opportunità per l'uomo. L'interazione con un Dio - l'Onniveggente, l'Onnisciente e l'Onnipotente - ti consente di chiedere e ricevere molto di più rispetto, ad esempio, alla cooperazione con un dio locale, "lavorando" solo nel suo profilo di possibilità. Le capacità di un Dio onnipotente superano di gran lunga le capacità di una manciata di divinità limitate, inoltre, spesso in competizione tra loro.

Il limite della possibile interazione con Dio è molto limitato dal livello di capacità di chi entra in contatto con Lui. In altre parole, l'obiettivo e la necessità di una persona stabiliscono immediatamente un limite che limita la portata del possibile e il limite del miracoloso. Più è alto il bisogno di una persona, nel senso più elevato, più alta può essere la conoscenza della Verità ricevuta. Lo scopo con cui una persona svolge il lavoro spirituale influisce direttamente sul suo risultato. Se, per esempio, cerchi la liberazione dalla ruota del samsara (ciclo delle esistenze: nascita, vita, morte, rinascita), allora hai bisogno dell'illuminazione, e può ottenerla preparandoti a ricevere un impulso di Grazia, che produrrà la necessaria trasformazione. L'obiettivo stesso limita le possibilità di interazione e programma sia il risultato che, nel caso di un obiettivo irraggiungibile, la sua assenza. Ci sono sistemi, come il Buddismo, dove non è prevista alcuna interazione con Dio e li, non rimane altro che la liberazione dalla sofferenza. C'è il Sufismo, dove la maggior parte del Lavoro è costruita sull'interazione con il Signore. È del tutto naturale, che con un tale approccio sorga il tema del servizio di Dio e si padroneggino forme più elevate di interazione, come accettare la Volontà del Signore e seguirla. Il servizio dei buddisti si basa sulla compassione per tutti gli esseri viventi, il servizio dei sufi si basa sul seguire la volontà di Dio, che spesso va oltre gli interessi puramente umani. Servire Dio, senza alcun limite posto da qualche linea guida, limitata solo dalla Sua Stessa Volontà, porta un'esperienza molto più varia ed espande i limiti della possibile interazione di una persona con il Creatore.

L'illuminazione, come dicono, accade a una persona quando essa smette di fare sforzi o improvvisamente, quasi spontaneamente inizia percepire sé stesso in modo diverso. L'interazione con Dio porta anche altre opportunità, quando, ad esempio, la persona stessa può fare qualcosa che alla fine la porterà a una profonda trasformazione. Le pratiche spirituali preparano la possibilità di ricevere un impulso di grazia e la conseguente illuminazione, e le pratiche mistiche portano una persona alla possibilità di una maggiore interazione con Dio. Per questo motivo, nel sufismo ci sono fasi del Sentiero, di cui molte persone illuminate non sanno nulla, e viceversa nel Sufismo è assente il concetto stesso di illuminazione, poiché il processo di trasformazione umana è descritto in modo molto più dettagliato. I diversi tipi di samadhi, descritti nell'induismo, sono descrizioni di “stati”, ma la dissoluzione in Dio o essere in Lui sul Sentiero dei Sufi - prima di tutto, è una descrizione di un processo. Per la maggior parte degli adepti dell'illuminazione, essa significa liberazione da tutto e arresto completo,una volta che un individuo ha raggiunto l illuminazione ha terminato il suo scopo, mentre i sufi continuano a passare da mistero a mistero per tutta la vita, sia prima della trasformazione che dopo.

Tra gli altri aspetti della Verità che vengono rivelati al mistico sul Sentiero, c'è questo: l'interazione con Dio è molto semplice. Un'altra cosa, è che è abbastanza difficile arrivare a quel livello dell'Essere, in cui diventa possibile un'interazione a tutti gli effetti. Ad esempio, rinunciare alla propria volontà e accettare la Volontà di Dio è impossibile senza prima aprire il Cuore, e per arrivarci è necessario un grande sforzo. La perdita della propria volontà e l'accettazione della Volontà di Dio, sono chiamate rispettivamente nel Sufismo esterna fanà e esterna baka. Teoricamente, una persona può attraversare tali stati, senza interferire nel corso degli eventi e senza fare un passo verso Dio. E in realtà molti sufi hanno attraversato queste fasi cosi, ma c'è stato anche chi ha rinunciato consapevolmente alla volontà, accelerando notevolmente il processo della propria trasformazione. Nella versione classica, le fasi di fanà e baka passano in sequenza, quando un sufi prima cessa di sentire di avere la propria volontà, e vede intorno a sé solo le azioni di una Volontà superiore, e poi comincia a sentire che questa Volontà sta ora agendo attraverso di lui. Se il mistico accetta consapevolmente la Volontà di Dio, allora entrambi gli stadi diventano quasi paralleli per lui, e i suoi desideri e volontà scompariranno gradualmente, essendo completamente sostituiti dalla Volontà (o, se preferisci, desideri) di Dio. Ne ho scritto nel libro “Dietro veli di luce”, e non entrerò nei dettagli qui. E se nelle fasi iniziali del Sentiero, l'interazione con Dio è limitata dalle possibilità della preghiera e del dhikr, nelle fasi successive è piuttosto semplificata e fa a meno anche delle parole.

Quando, grazie ad un Cuore aperto, una persona comincia a sentire chiaramente la connessione con Dio, l'accettazione della Volontà diventa possibile. È chiaro, che per giungere alla possibilità di accettare la Volontà è necessario maturare, e questo richiede del tempo. Ho visto anche persone il cui cuore era aperto, ma loro non volevano affatto andare avanti o non sapevano come farlo. Puoi rimanere bloccato nella fase di “Cuore aperto”, succede. Puoi rimanere bloccato in qualsiasi fase del Sentiero, tranne, forse, l'ultima – essere in Dio, perché allora le differenze tra movimento, rimanere bloccati e altre cose transitorie, sono già perse.

Affinché si apra la possibilità dell'azione interiore, è necessaria la volontà di muoversi verso Dio, disponibilità all'azione e a tutto ciò che verrà offerto, e anche la stanchezza di sé stessi. Accettare la Volontà di Dio significa rinunciare effettivamente ai qualsiasi dei tuoi desideri, consegnandoti nelle mani di un Potere Superiore, che d'ora in poi può agire attraverso di te, ma non sempre a tuo vantaggio ,questo vuol dire che occorre avere o fiducia illimitata o profonda stanchezza per le tue stesse decisioni, azioni e le loro conseguenze. In ogni caso, quando una persona è pronta, si presenta l'opportunità. E così, una persona scopre improvvisamente, che una certa porta si è aperta dentro di lei,ed è sorto un certo spazio e ora c’è una scelta:entrare o non entrare in questo spazio ?. Questo passaggio è interno a te, è tutto solo un piccolo movimento dentro di te, e se lo fai, entri sotto l'influenza diretta della Volontà di Dio, accogliendola dentro te stesso. Succede anche, che non hai nemmeno bisogno di fare un movimento, permetti solo alla Volontà di entrare in te, ed essa entra dalla porta aperta, avviando il processo dell’esterna baka. Un'azione interiore abbastanza semplice avvia il processo, grazie al quale una persona attraversa molti stati, trasformandosi sempre di più spiritualmente. La semplicità stessa di ciò che sta accadendo confonde la mente e, da un lato, all'inizio è difficile credere che qualcosa di molto significativo sia accaduto così facilmente e senza complicazioni, e dall'altro, la mente immatura vuole immediatamente fare questo interiore passo, affinché tutto finalmente cambi. Tuttavia, nel caso di una reale accettazione della Volontà, l'essere di una persona cambierà nello stesso momento in cui accetta la volontà, anche se all'inizio non sarà molto evidente. Nel caso di un passo immaginario, non cambierà nulla, solo l'ego cercherà di costruire qualcosa di piacevole, ma diventerà presto chiaro a tutti che la persona non ha avuto nessun cambiamento. I falsi maestri non possono fingere per molto tempo di essere quelli che hanno raggiunto uno stato di trasformazione: prima o poi il loro vero stato si fa vedere.

Allo stesso semplice modo accade un'accettazione degli attributi divini nello stadio dell’interiore baka - devi accettare un impulso di energia che porta in sé le qualità necessarie, devi permettergli di entrare e accettarlo. Allo stesso tempo ti viene data una scelta: accettare o rifiutare questo impulso, che non appare dentro di te, ma viene in modo abbastanza tangibile dall'esterno. Anche la scelta fa parte dell'interazione con Dio, un simbolo di collaborazione, anche se non riesco a immaginare un mistico che rifiuterebbe un simile dono. Una simile accettazione e, naturalmente, prontezza - è necessaria per ricevere gli impulsi della Verità in tutta la sua pienezza, che puoi e riesci a percepire. Questa, almeno, è la mia esperienza

Nelle fasi successive del Sentiero, l'interazione con Dio diventa molto semplice e ti chiedi il perché questa semplicità è nascosta agli occhi delle altre persone. Ma la risposta è nota: la preclusione a Dio è data dai loro sogni, la loro percezione è così poco sviluppata, che non possono rendersi conto di quanto siano stressati, fino a quando non finiscono a letto con una grave malattia. Il mistico, muovendosi lungo il suo Sentiero, prima o poi scopre, che anche il nostro mondo è controllato in modo molto semplice, ma scriverò di questo argomento in un altro luogo.

È noto che tutti i mistici alla fine arrivano alle cose semplici. Non fanno nulla in più e non complicano artificialmente la loro vita; si accontentano di cibo semplice e vivono semplicemente. Allo stesso tempo, il loro mondo interiore non può essere definito molto semplice e il loro stato di essere ha più di uno o due livelli. La semplicità a cui arriva ogni mistico è la semplicità dell'Altissimo, un riflesso della semplicità divina che gli viene rivelata nelle ultime fase del Sentiero. Ad un certo punto, è la semplicità, che diventa la porta che conduce al di là di questo mondo eccessivamente complicato, e colui che lo comprende, supera con coraggio i suoi limiti rigidamente definiti e limitanti per la mente. Perché se la mente è vincolata da concetti, condizionamenti e dalla conoscenza di ciò che è possibile e ciò che non lo è, il Cuore può essere libero.